Exctinction Rebellion è il movimento globale che non vuole arrendersi all’idea che il collasso ecologico sia inevitabile. Nato tre anni fa in Regno Unito si è diffuso in Italia e oggi è presente anche a Firenze. Gaia Pedrolli e Alberto Distefano, entrambi attivisti di XR Firenze, ce ne svelano la filosofia e la modalità d’azione.
Ecoló: XR è nato nel Regno Unito nel 2018, qual è lo stato del movimento oggi in Europa e nel mondo?
XR: Il movimento è in continua crescita, attualmente ha più di 1200 gruppi locali in 75 paesi. In Italia ci sono circa 30 gruppi locali. L’organizzazione di XR ci ha permesso di rimanere attivi anche durante i lockdown, spostando in parte l’attività sul web per programmare azioni sul territorio quando sarebbero diventate possibili. Malgrado le difficoltà logistiche è stata organizzata una Ribellione internazionale a settembre/ottobre che ha coinvolto tutti i paesi in cui l’organizzazione è presente.
Anche in questo momento siamo attivi sia online, con iniziative di informazione/formazione, sia sul territorio programmando e realizzando azioni.
In Toscana, oltre a partecipare alla Ribellione di ottobre a Roma, in questi mesi abbiamo organizzato una campagna per la tutela del Parco di Migliarino-San Rossore, nata per la revisione del PIT Regionale, delle iniziative per la chiusura delle cave nelle Apuane e stiamo progettando una campagna per l’istituzione di Assemblee cittadine sull’utilizzo dei fondi Next Generation EU nella nostra regione.
Ecoló: Uno dei concetti chiave alla base delle vostre rivendicazioni è l’affermazione di una cultura rigenerativa, potresti spiegarci meglio di cosa si tratta?
XR: La cultura rigenerativa è uno dei cardini di XR. L’attuale sistema politico-economico sta distruggendo la vita sulla terra ed è profondamente ingiusto, però tutti ne siamo parte, e se vogliamo davvero creare un mondo adatto alle generazioni future è necessario agire per il cambiamento, un cambiamento che coinvolga anche ciascuno di noi. La cultura rigenerativa si manifesta in quattro dimensioni: la prima è prendersi cura di sé stessi; la seconda è prendersi cura uno dell’altra (anche durante le azioni); la terza riguarda le modalità con cui interagiamo con la comunità, in primis la nostra comunità di Extinction Rebellion ma anche la comunità a cui apparteniamo; la quarta è la connessione con la natura, un aspetto fondativo del nostro movimento.
Crediamo che sia fondamentale modificare il modo di cui ci rapportiamo gli uni con gli altri, per questo non solo le nostre azioni sono sempre nonviolente ma tutto ciò che contraddistingue il movimento: come comunichiamo, come siamo organizzati, come agiamo.
Ecoló: Quali strumenti di lotta e protesta ritenete siano più efficaci per contrastare il cambiamento climatico?
XR: Ci teniamo a sottolineare che non esiste solo la crisi climatica, ma che siamo in mezzo ad un’altra crisi, interconnessa con quella climatica e se possibile ancor più grave: la drammatica riduzione della biodiversità. Vanno affrontate entrambe con grande urgenza. Decenni di attivismo ecologista hanno purtroppo dimostrato che le strategie finora adottate non sono riuscite a risolvere il problema: la crisi climatica ed ecologica stanno accelerando e niente sembra arrestarle. Questo perché, per quanto ampie e diffuse, le azioni portate avanti finora non sono riuscite a incidere significativamente sulle scelte politiche. Ci sono stati dei successi locali, ed anche alcuni successi globali, ma non si è riusciti a incidere veramente sui processi che sono alla base di queste crisi. Noi pensiamo che la crisi sia anche una crisi politica, di rappresentanza, in cui i politici sono troppo condizionati dalla ricerca del consenso e dagli obiettivi a breve termine. C’è però una speranza: ricerche socio-politiche hanno dimostrato che laddove i movimenti di protesta sono riusciti a coinvolgere attivamente una percentuale significativa della popolazione (si parla di almeno il 3,5% della popolazione) è stato possibile modificare radicalmente lo status quo, e questo ha funzionato più efficacemente per movimenti che hanno scelto di adottare la disobbedienza civile nonviolenta. Anche per queste ragioni, oltre che per un’adesione ai valori della nonviolenza, Extinction Rebellion ha deciso di utilizzare l’azione diretta nonviolenta come strumento di pressione sui governi e di acquisizione dell’appoggio della popolazione.
Ecoló: XR parla spesso di ecofascismo, ma cosa intendete con questo termine?
XR: Sappiamo che se non si interviene radicalmente e repentinamente le crisi climatica ed ecologica avranno effetti sempre più devastanti, e determineranno drammatiche conseguenze sociali ed economiche, come stiamo già sperimentando con l’attuale crisi pandemica.
Questo sovrapporsi di emergenze produce paura e angoscia verso il futuro, e potrebbe indurre le persone ad andare nel panico e a reclamare interventi decisi ed autoritari, interventi che a loro volta acuirebbero i contrasti sociali rendendo la transizione ecologica invisa alla popolazione. A questo ci si riferisce con ecofascismo, la situazione che viene presentata ad esempio nella distopia rappresentata dalla serie TV “La barriera”.
Extinction Rebellion pensa invece che a queste crisi le società debbano rispondere con più democrazia, modificando dal basso il sistema tossico che le ha determinate, adottando scelte condivise e rispettando il principio della giustizia climatica ed ecologica. È quanto già Alex Langer pensava un quarto di secolo fa quando affermava che “la conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”.
Ecoló: Come prende decisioni Extinction Rebellion? Come garantisce democrazia e trasparenza?
XR: Il modello organizzativo di Extinction Rebellion si basa su autonomia e decentralizzazione. Creiamo collettivamente le strutture di cui abbiamo bisogno, all’interno delle quali esistono dei ruoli chiari e definiti. Per cercare di contrastare gli effetti tossici del potere i ruoli di responsabilità vengono ricoperti solo per un periodo di tempo definito, solitamente sei mesi, e poi ci si alterna a rotazione.
Le decisioni non vengono prese in un regime assembleare, ma ogni struttura ha piena responsabilità del proprio mandato e totale autonomia relativamente alle modalità per raggiungerlo, purché si muova all’interno dei valori di Extinction Rebellion. Le diverse strutture interagiscono fra loro al fine di conseguire gli obiettivi del movimento. È un’organizazione non orizzontale, ma a rete, con tanti cerchi autonomi che interagiscono fra loro, che favorisce l’assunzione di responsabilità, l’autonomia e la crescita di consapevolezza di ciascuno.
Ecoló: In cosa differisce da Fridays For Future e in che rapporto sono i due movimenti?
XR: Fridays For Future è un movimento che nasce fra gli studenti delle scuole superiori, che agiscono soprattutto attraverso gli scioperi del venerdì. Extinction Rebellion è un movimento al quale partecipano persone delle più diverse fasce di età, e dove ognuno apporta il proprio contributo in base a quelle che sono le propria disponibilità di tempo, le proprie inclinazioni e la propria propensione al rischio. Al cuore dell’attività di Extinction Rebellion c’è la disobbedienza civile che si esercita attraverso le azioni dirette nonviolente, ma anche chi non è disponibile a partecipare a questo tipo di iniziative può dare il proprio contributo, sostenendo chi partecipa alle azioni, svolgendo attività di promozione per allargare le fila del movimento, facendo presentazioni per aumentare la consapevolezza della popolazione sulla gravità dell’emergenza che stiamo attraversando. In Extinction Rebellion c’è posto per tutti quelli che aderiscono ai valori del movimento.
Ecoló: Cosa rimproveri alla politica dei partiti in Italia e in Europa?
XR: Sono sotto gli occhi di tutti i decenni di inazione nei confronti dell’emergenza climatica ed ecologica, che le hanno rese sempre più gravi e difficili da risolvere. La democrazia rappresentativa così come la conosciamo ha fallito e non è riuscita ad affrontare la sfida più grande, malgrado le roadmap e le COP che si sono susseguite di anno in anno, che hanno saputo produrre solo vuoti accordi non vincolanti.
È un sistema che produce enormi disuguaglianze e ingiustizie, ma la politica non ha mai espresso la volontà di metterlo minimamente in discussione, perché affonda le proprie fondamenta in una cultura estrattivista e patriarcale basata sulla competizione, la conquista e l’oppressione dell’altro.
Siamo tutti parte e all’interno di questo sistema tossico, e riteniamo che nessun singolo individuo sia da incolpare o biasimare, ma che siano da cambiare alla radice le strutture della società e i pilastri del potere.
Ecoló: Cosa dobbiamo aspettarci da voi in Italia e a Firenze per il prossimo futuro?
XR: Ci vedrete per le strade in occasione della ribellione di primavera, a partire dal Global Climate Strike del 19 marzo indetto da Fridays For Future, al quale parteciperemo alla nostra maniera.
In questo periodo stiamo organizzando un’assemblea di cittadini a livello toscano, in collaborazione con altre realtà dell’ecologismo locale e con organizzazioni che promuovono la democrazia partecipativa, al fine di permettere ai cittadini di dire la loro sulla destinazione dei fondi Next Generation EU che verranno spesi nel nostro territorio.
Ecoló: Grazie del vostro tempo!
Gaia Pedrolli è insegnante e attivista di Extinction Rebellion. Alberto Distefano è medico e attivista di Extinction Rebellion.