Come tutti i paesi europei, anche in Italia entro il prossimo 3 luglio deve essere recepita la Direttiva Europea SUP (Single Use Plastics), contro i prodotti in plastica monouso, pena una procedura di infrazione con tutti i costi connessi.
Nonostante il percorso di approvazione della Direttiva duri da tempo, ci troviamo alle porte di questa scadenza con resistenze dell’ultimo minuto, pressioni e richieste di deroghe e modifiche.
Rivolgiamo quindi 5 domande al Ministro Cingolani perché chiarisca e porti l’Italia nella giusta direzione di ridurre davvero la plastica e le criticità ambientali che la sua produzione e uso comporta.
- È vero che la Direttiva SUP ci impone di proibire tutta la plastica usa-e-getta, indipendentemente dal fatto che sia plastica di origine fossile o bioplastica?
- È d’accordo con noi che le bioplastiche, non sono biodegradabili naturalmente ma necessitano di un processo di compostaggio industriale, in Italia scarsamente disponibile per mancanza di impianti, e che se disperse nell’ambiente hanno effetti nocivi rilevanti?
- È d’accordo con noi che nella logica della transizione ecologica e dell’economia circolare la produzione di rifiuti, di qualsiasi tipo, deve essere fortemente minimizzata?
- Non pensa che permettere nel nostro paese di continuare a vendere oggetti usa-e-getta in bioplastica possa esporre l’Italia a una procedura di infrazione con tutti i costi connessi?
- Non crede che la produzione di bioplastica, di cui l’Italia è leader mondiale, considerando anche gli impatti ambientali importanti che comporta (utilizzo di terreni agricoli, impatto sugli habitat naturali, uso importante di acqua per le colture), debba essere orientata verso soluzioni di produzione di beni durevoli e cessare di produrre prodotti usa-e-getta?