Il Comune di Sesto è chiamato, nei prossimi cinque anni, ad affrontare una sfida impegnativa: fare di una trasformazione necessaria un’opportunità.
Nel precedente mandato del Sindaco Falchi, abbiamo vissuto il passaggio da un sistema tradizionale – dove il cittadino non era protagonista delle scelte e subiva passivamente le decisioni politiche – a un sistema “porta a porta”, dove la consapevolezza e la responsabilità personale sono essenziali per diminuire davvero la produzione di rifiuti non differenziati.
Dopo nemmeno due anni possiamo dire che la raccolta porta a porta sia stata certamente un successo, ma non è finita qui. Dobbiamo, e possiamo, fare di più.
1. Tariffazione puntuale ed ecostazioni mobili
Il primo obiettivo da perseguire secondo Ecoló sarà quello di implementare la raccolta porta a porta con il sistema della tariffazione puntuale. Questo permetterà di premiare chi produce meno rifiuti, coinvolgendo sempre di più i cittadini in un processo virtuoso che non si esaurisce quando lasciamo il nostro sacchetto fuori dalla porta.
La responsabilità di ognuno di noi va ben oltre, ed è compito dell’Amministrazione rendere sempre più protagonista la cittadinanza, aiutandola a fare consapevolmente le scelte migliori. Con l’ausilio di una tessera sanitaria o un altro dispositivo di identificazione, si potranno attribuire i rifiuti in modo trasparente a ogni singolo nucleo familiare, incentivando una gestione sempre più corretta dello smaltimento dei rifiuti.
In questa logica, si può anche ipotizzare una zona sperimentale della città – un parco o una zona del territorio – in cui installare dei cestini per la raccolta differenziata, accompagnando questa proposta con adeguate informazioni su un uso corretto e responsabile.
Per aumentare la fruibilità del sistema Ecoló ritiene inoltre che si debba attivare un sistema più capillare, con cadenza bisettimanale, di raccolta a domicilio per i rifiuti speciali (olii esausti, RAEE etc., che non tutti possono permettersi di conferire nelle isole ecologiche).
All’interno di questo percorso di avvicinamento dei servizi al cittadino, Ecoló vorrebbe proporre delle Ecostazioni mobili, adatte al conferimento di ogni diversa tipologia di rifiuto, (da utilizzarsi sempre con il principio della tariffazione puntuale, per esempio con la propria tessera sanitaria) dando l’opportunità a chi, magari per motivi di lavoro, non può permettersi di rispettare gli orari indicati per la consegna dei propri rifiuti. Questa modalità diventa un ulteriore atto concreto di una amministrazione che punta ad accompagnare e facilitare il cittadino verso una gestione più efficiente.
2. Centro del riuso e della riparazione
Trasformare un problema in opportunità, dicevamo all’inizio. Questo può significare anche trasformare un oggetto di cui vogliamo disfarci, e che per noi non ha più valore, in qualcosa che può diventare importante per qualcun altro. Prendere un edificio non utilizzato e trasformarlo da deposito di rifiuti, in un luogo dove scambiare oggetti, parole e socialità… Può sembrare fantascienza, ed è invece un futuro a portata di mano.
Favorire il riutilizzo degli oggetti (un tostapane, un frigorifero, un ventilatore) che a noi non servono più, vuol dire generare un circuito virtuoso tra noi cittadini, creando al contempo un luogo di aggregazione diverso, trasversale, eppure quotidiano.
La struttura potrebbe essere data in gestione a un’associazione di volontari, contribuendo eventualmente all’inclusione dei soggetti più fragili.
3. Un bollino verde per cambiare in meglio
Come Ecoló pensiamo sia necessario cercare di attivare tutte le categorie sociali del tessuto cittadino. Le persone che lavorano, che fanno impresa, sono un elemento centrale in questo processo condiviso. L’obiettivo è quello di incentivare e valorizzare tutti coloro che contribuiranno a fare di Sesto una realtà sempre più green.
L’idea è quella di un bollino verde rilasciato dal Comune per attestare l’effettivo contributo di un’impresa alla riduzione degli imballaggi, dei contenitori, dei rifiuti.
Chi nella ristorazione sceglierà contenitori per il take away non in plastica, chi aprirà negozi alla spina, a km zero – riducendo tutta la filiera dei rifiuti -, insomma tutti coloro che perseguiranno con le proprie scelte imprenditoriali soluzioni virtuose, sostenibili, con un basso impatto ambientale: tutte queste realtà, potrebbero essere inserite in un network di eccellenza, ed eventualmente accedere ad agevolazioni in sede di contributi o oneri fiscali.
Condurre uno stile di vita più sostenibile non significa rinunciare alla qualità di vita. È fondamentale comprendere che la sostenibilità non è un qualcosa di difficile e faticoso, bensì rappresenta un miglioramento della qualità della vita dalla quale tutti possono trarre un vantaggio, un’opportunità, iniziando a vedere le cose da un punto di vista che non si credeva possibile.
4. Una comunità informata e partecipe
Una delle chiavi del successo di questi percorsi volti a ridurre l’impatto dei rifiuti lungo tutta la filiera, risiede sicuramente nel coinvolgimento concreto dei cittadini, resi soggetti attivi del cambiamento e non spettatori passivi di scelte, sulle quali non sono stati sufficientemente informati.
Con il porta a porta è stato svolto un grande lavoro di raccordo fra il Comune e la cittadinanza, raccordo che in parte è andato sfilacciandosi dopo i primi mesi.
Bisogna ripartire da quel percorso, sensibilizzando tutti i sestesi sui vantaggi e le opportunità che una corretta gestione dei rifiuti comporta: dalla prospettiva di una tariffazione a favore del cittadino alla costruzione di giornate pubbliche dedicate alla corretta informazione e ai risultati raggiunti. Eco-Giornate in cui ritrovarsi, per festeggiare i progressi e stabilire nuovi obiettivi. Le realtà da coinvolgere sarebbero diverse, dalle scuole agli imprenditori che hanno ottenuto il bollino verde, ai cittadini: esempi concreti di una piccola rivoluzione alla portata di chiunque.
Più in generale, vanno ripensate le modalità in cui l’Amministrazione informa i cittadini, agevolandoli nel trovare soluzioni sostenibili per la propria quotidianità: delle eco-pillole da distribuire per esempio tramite i social network, in modo da mantenere sempre una connessione solida tra istituzioni e cittadinanza.
Dopo avere affinato tutte le procedure per un corretto smaltimento dei rifiuti, si dovrà lavorare a monte del problema, generando le opportunità e le conoscenze necessarie a produrre meno rifiuti.
5. Una piattaforma contro lo spreco alimentare
Attuare dei comportamenti sostenibili ha dei riflessi immediati su tutte le persone che vivono in una comunità. In quest’ottica ipotizzare un sistema per gestire al meglio gli sprechi alimentari – eccedenze della Grande Distribuzione, delle mense, dei ristoranti, dei mercati – da ridistribuire attraverso una rete di associazioni del territorio, potrebbe coniugare la visione di economia circolare con un concreto e tangibile ritorno per tutta la comunità, nessuno escluso.
Anche in questo caso, l’idea è creare valore per gli altri da qualcosa che andrebbe di solito sprecato.
L’amministrazione potrebbe incentivare questo tipo di comportamenti, generando delle opportunità di natura fiscale per le aziende protagoniste di queste scelte.
Se non possiamo imporre ad esempio alla Grande Distribuzione una più oculata gestione dei propri magazzini, possiamo magari aiutarla a trasformare uno spreco in una risorsa, dando nello stesso tempo un chiaro e inequivocabile messaggio di natura sociale.
Insomma, tanto è stato fatto e tantissimo è ancora da fare: ridurre tutta la filiera dei rifiuti è un passaggio obbligatorio e necessario per aprire la strada a un presente più sostenibile, nei fatti e non nelle parole, costruito da ognuno di noi in ogni occasione, anche con la più piccola (buona) azione quotidiana.