Laura Santi e Zoe Tartaro sono due attiviste di Fridays For Future Firenze e stanno preparando, con tanti altri volontari, la manifestazione globale per la crisi climatica del 24 Settembre. Le abbiamo incontrate e ci siamo fatti raccontare come procedono i preparativi e tanto altro sulla loro militanza in FFF.
Ecoló: Iniziamo subito dalle cose importanti: cosa succede il 24 settembre?
Laura Santi e Zoe Tartaro: Ci sarà lo Sciopero Globale per il Clima in tutto il mondo e a Firenze ci sarà il corteo che partirà da Santa Maria Novella alle 9.30 e finirà in SS. Annunziata qualche ora dopo. Oltre al corteo e ad alcuni interventi ci sarà musica con i Pulsar, una band dal vivo che animerà la manifestazione.
Ecoló: Oltre a venire in piazza con voi venerdì che cosa possiamo fare in concreto per darvi una mano?
LS e ZT: Diffondere la voce il più possibile, fare informazione, mobilitare tutte le persone che conoscete, gli iscritti alla vostra associazione, qualsiasi persona. Bisogna soprattutto ricordare che non è lo sciopero dei Fridays, è lo sciopero di tutti, interessa tutti, è l’emergenza di tutti, perciò bisogna impegnarsi per trasmettere questo senso di urgenza. Per dare concretamente una mano all’organizzazione può essere molto utile dare un contributo economico attraverso il crownfunding (https://www.indiegogo.com/projects/sostieni-fff-firenze-e-pistoia–2#/ ), con la possibilità di acquistare un adesivo o un termoadesivo. Ancora più importante sarà partecipare alla manifestazione.
Ecoló: Ora, se non vi dispiace, vorremmo fare un passo indietro. Cosa vuol dire per voi essere attiviste di FFF? Come vi siete convinte a essere parte attiva del movimento?
LS: Essere attivista significa prendere parte al cambiamento del pianeta e cercare di far capire alla gente che cosa sta succedendo, quindi lottare per avere un futuro. Inoltre, per me è bello far parte di un gruppo, stare con persone che hanno a cuore le tue stesse cose. Io sono in Fridays da Dicembre scorso e sono entrata forse nel peggiore momento per il movimento, ma nonostante questo è molto bello fare qualcosa di concreto e condividere pensieri e preoccupazioni riguardo alla questione climatica.
Ecoló: Tre anni fa è sembrato che il mondo occidentale si svegliasse tutto insieme, migliaia di manifestazioni in tutto il mondo, fiumi di ragazzi che si riversavano in strada. I politici sembravano rendersi conto che FFF era il grande movimento progressista e di cambiamento emergente… poi cos’è successo?
ZT: Io mi sono unita al movimento dei FFF al secondo presidio, nel 2019, quando ero ancora all’ultimo anno di liceo. Dopo non molto è arrivata la pandemia. A mio avviso è stata la comunicazione online che ha limitato e frenato il coinvolgimento delle persone, che hanno patito a fare tutto attraverso uno schermo. Il COVID ha messo in crisi un po’ tutto il movimento non potendosi vedere in presenza, linfa vitale dell’attivismo. Però il movimento, pur affievolendosi un poco, ha sempre resistito.
Ecoló: Qual’ è lo stato oggi del movimento in Toscana e in Italia?
LS e ZT: Ci sono città che sono rimaste più attive di altre (Milano, Torino, Brescia ad esempio, mentre ad esempio Roma si è un po’ affievolita rispetto al suo periodo glorioso, come anche Firenze). Qualche gruppo locale è andato un po’ in letargo ma con questa manifestazione siamo ritornati tantissimi, come si può vedere anche dai social della pagina la quale ha pubblicato la mappa di tutti i gruppi locali che manifestano.
Ecoló: Pensate che ci sia anche qualcosa di più profondo che si è modificato con la pandemia? C’è stato anche un rimescolamento delle priorità nell’immaginario delle persone? C’è una tendenza maggiore a salvaguardare il proprio spazio sicuro, messo cosi in crisi dalla pandemia?
LS e ZT: Sì certo, la pandemia ha messo in crisi tutto, ha creato molta ansia, ha aumentato il disagio sociale ma ha ridotto le energie, ci siamo abituati a restare in casa, a salvaguardarsi, a pensare che la pandemia non è conclusa, e in effetti non lo è. E poi la pandemia ha fatto mettere da parte per mesi l’argomento della crisi clima, che si è perso nell’opinione pubblica.
Ecoló: Torniamo allo sciopero del 24. Per la prima volta questo settembre ci saranno in piazza con voi anche simboli di associazioni. Inizialmente era richiesto che nessuno esponesse simboli di appartenenza, cosa è successo?
Inizialmente volevamo rendere la piazza più omogenea e unita possibile. Evitare scontri ed evitare di dire a qualcuno sì e a qualcuno no. Anche se vedere la molteplicità delle realtà in piazza sembra bello, avevamo timore che potessero nascere tensioni. Ora abbiamo deciso di permettere qualche simbolo in piazza alle associazioni che si occupano di tutela del territorio e a quelle che si occupano di tutela dei diritti delle persone discriminate e marginalizzate dalla società. Questo perché in questa fase secondo noi è necessario fare rete con queste realtà nel territorio: per noi giustizia climatica significa anche giustizia sociale. La crisi climatica non colpisce e non colpirà tutti nello stesso modo. Vorremmo anche intervenire in piazza su questi argomenti, perché sia chiaro che giustizia climatica e sociale vanno necessariamente di pari passo e che anzi, giustizia sociale sia sottointesa in giustizia climatica, o meglio, quasi sinonimo.
Ecoló: E i partiti? Pensate che possano avere un ruolo?
LS e ZT:I partiti ce l’hanno già un ruolo: affrontare questa situazione nel miglior modo possibile nelle istituzioni in cui sono già presenti. Sarebbe meglio che lavorino insieme, FFF è apartitico, si rivolge a tutti. Quello che ci aspetteremmo è che i partiti si unissero per lavorare sulla transizione ecologica. La crisi climatica non ha colore di partito, secondo noi dovrebbe appartenere a qualsiasi partito.
Ecoló: Dopo le prossime elezioni quindi il vostro scenario ideale è un governo di unità nazionale che faccia la transizione ecologica?
LS: Il nostro scenario ideale è che non ci siano ostacoli alla transizione. Occorre procedere spediti, abbiamo sei anni di tempo. Quindi sì, un governo in cui ci siano dentro tutti quelli che sono disposti a fare la transizione ecologica.
ZT: Io personalmente non sono un’esperta, sono una studentessa del secondo anno di università, e ancora non ho un’opinione salda e definita, ci sto ancora riflettendo, ma quello che abbiamo chiaro è che occorre evitare che ci siano ostacoli alla transizione ecologica quindi, per quanto mi riguarda, viene quasi naturale pensare all’unità nazionale.
Ecoló: Avete in mente quali scelte andrebbero fatte per favorire la transizione, o vi limitate a denunciare l’urgenza della crisi climatica, chiamando i politici a trovare delle soluzioni?
LS e ZT:Abbiamo alcune certezze, ad esempio su cosa non bisognerebbe fare: ora, a 6 anni dal punto di non ritorno, non si può fare la transizione ecologica con il metano.
Ecoló: Come si riesce a coordinare un gruppo come questo, nel quale non ci sono gerarchie, come fanno a decidere i FFF?
ZT:Non pensiamo che le gerarchie siano necessariamente inutili, ma sta di fatto che FFF, contrariamente alle aspettative di molti, da tre anni riesce a coordinarsi attraverso strumenti orizzontali. Ci sono più strutture orizzontali, assemblee territoriali che tendono a decidere per consenso e solo raramente a maggioranza. Non esiste una gerarchia malgrado esistano livelli differenti (comunale, regionale, nazionale europeo ed internazionale). I portavoce locali, che non hanno ruoli decisionali ma solo di trasmissione di informazioni, si comunicano fra loro le decisioni dei loro gruppi di appartenenza. Il livello nazionale ad esempio è una rete di portavoce locali, non si passa attraverso il livello regionale.
Ecoló: come si prende una decisione sulla quale ci sono divergenze forti, magari fra gruppi locali? Una decisione come quella di aprire ai simboli delle associazioni come viene presa?
LS e ZT: Su quel tipo di decisione ogni gruppo locale si è mosso in autonomia, altre città hanno da subito accettato ad esempio la partecipazione dei sindacati e delle associazioni, ma sono poche. Ci sono state situazioni complicate che sono state però sempre risolte con la volontà di tutti, anche a livello nazionale, di trovare una soluzione di consenso; solo raramente si è votato a maggioranza. Un esempio di decisione presa mediante la votazione per maggioranza è stata la posizione di FFF contraria alla TAV in Val di Susa.
Ecoló: non possiamo che ringraziarvi per questa bella chiacchierata e invitare tutti a donare qualche euro per sostenere la manifestazione e soprattutto esserci.