Gianluca Serra, ecologo specializzato nella conservazione degli ecosistemi, ci spiega perché è partito un movimento dal basso che sta cercando di evitarlo
Ecoló: Buongiorno Gianluca, come è nata e chi sono i promotori della petizione lanciata per fermare questo progetto?
Gianluca: Nel Novembre 2022 mi è giunta voce di questa intenzione da parte della Regione Toscana mentre mi trovavo a Vallombrosa per un sopralluogo. Ho poi verificato e trovato conferme varie, per esempio questa notizia.
Il documento di opposizione che abbiamo mandato in regione nel Marzo 2023 e la successiva petizione su Change.org è stata finora sottoscritta da oltre 20 associazioni nazionali, regionali e locali e da 42 esperti del settore (forestali, ecologi, geologi ecc.).
Ecoló: Il Pratomagno è un’area protetta? Perché e cosa significa?
Gianluca: Il massiccio del Pratomagno è un comprensorio montano di alto pregio naturalistico ed ecologico, il rilievo più alto e “selvaggio” in vicinanza del capoluogo toscano (infatti è anche noto con la denominazione di “Montagna fiorentina”), in diretto collegamento ecologico con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e la catena appenninica.
La valenza naturalistica e paesaggistica del massiccio del Pratomagno a livello regionale, nazionale e comunitario è stata riconosciuta ampiamente negli scorsi decenni.
Oltre a essere un’ Oasi faunistica provinciale, il crinale del Pratomagno e le sue pendici sono un’area di importanza naturalistica internazionale che comprende ben due Zone Speciali di Conservazione della Rete Natura 2000: la ZSC/ZPS IT5180011 “Pascoli e Cespuglieti del Pratomagno” e la ZSC “Vallombrosa e Bosco di S. Antonio”. I due Siti rientrano inoltre nella rete regionale dei SIR (Siti di Importanza Regionale), istituiti da Regione Toscana.
Come riconoscimento del fatto che la ZSC/ZPS “Pascoli e cespuglieti del Pratomagno” è un’area di importanza internazionale anche per l’avifauna, BirdLife International la ha inserita nell’elenco delle “Important Bird Area” (IBA) su scala globale nell’anno 2000.
A ulteriore conferma dell’importanza europea dei due siti, e in particolare di quello del Pratomagno, ricordiamo i cinque progetti LIFE (programmi cofinanziato dall’Unione Europea) che hanno
interessato l’area a partire dai primi anni Duemila, tre dei quali ancora in corso.
Avendo recentemente candidato il progetto “I Territori del Pratomagno” al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa edizione 2022/2023, la Regione Toscana ha dimostrato di essere pienamente consapevole della rilevanza e dell’unicità del paesaggio del Pratomagno, su scala europea. Tale paesaggio è già stato modificato dalla installazione di innumerevoli ripetitori nei decenni passati e da varie pale eoliche.
Ecoló: Quali sono gli impatti dovuti al progetto di asfaltatura?
Gianluca: Le associazioni ed esperti sottoscrittori ritengono che il progetto di asfaltatura dei 12 km della strada di crinale del Pratomagno sia sostanzialmente incoerente e palesemente di segno contrario rispetto ai seguenti impegni presi dalla Regione stessa:
1) gli obbiettivi e le indicazioni del Piano di Indirizzo Territoriale/Paesaggistico del Val d’Arno Superiore (2015) e del suo sviluppo nella forma del Progetto di Paesaggio “I Territori del Pratomagno” (2022);
2) gli obbiettivi e misure di conservazione dei piani di gestione delle due Zone Speciali di Conservazione (ZSC) della Rete 2000 della Comunità Europea incluse all’interno del territorio (“Vallombrosa-Bosco di S. Antonio” e “Pascoli montani e cespuglieti del Pratomagno”).
I sopra citati documenti identificano le seguenti minacce più importanti per quest’area:
• la pressione antropica incontrollata
• l’artificializzazione progressiva del paesaggio
• il bracconaggio
• la diffusione delle specie aliene invasive.
In particolare, il carico di visitatori è menzionato in entrambi i piani di gestione delle due ZSC come un fattore di grave minaccia per habitat e specie di rilievo comunitario e globale.
Proprio le praterie sommitali del Pratomagno, classificate come “habitat prioritario” dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE sono tra gli ambienti a maggior rischio a causa dell’aumento incontrollato dei flussi turistici che farebbe seguito all’asfaltatura della strada. Un ambiente ricchissimo di biodiversità ma altrettanto fragile, che già oggi mostra evidenti i segni dell’impatto negativo causato da carichi turistici particolarmente alti, concentrati durante il periodo estivo, che hanno determinato la presenza di diffusi sentieramenti e fenomeni erosivi.
Ispra Ambiente su nostra richiesta ha espresso un parere nettamente negativo sull’opera, attestando l’importanza naturalistica ed ecologica internazionale di questo comprensorio.
Anche la Sopraintendenza di Arezzo ha espresso parere negativo su questo progetto, in particolare sull’uso dell’asfalto in quel contesto.
Ecoló: Gli impatti del progetto sugli ecosistemi locali sono stati valutati da chi propone e sostiene il progetto di asfaltatura?
Gianluca: Le minacce menzionate nel punto precedente sono state sistematicamente ignorate da quando le due ZSC sono state istituite e il carico dei visitatori è già, stagionalmente, divenuto fuori controllo e molto probabilmente “insostenibile” da un punto di vista ecologico.
Nel promuovere il progetto di asfaltatura sono state evidentemente tralasciate, o grandemente sottovalutate, le sue inevitabili ricadute negative sulle caratteristiche identitarie, l’amenità e la
naturalità del paesaggio del Pratomagno nonché sugli habitat, sull’ecologia e comportamento della fauna di importanza internazionale per cui le due ZSC sono state istituite.
Ecoló: Quali sono le ragioni per contestare il progetto anche in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio oltre a quanto legato alla tutela della biodiversità?
Gianluca: I sottoscrittori di questo appello, sostenuti dai pareri indipendenti di Ispra Ambiente e della Sovrintendenza, ritengono che questo tipo di progetto sia contrario ad ogni moderno concetto di sostenibilità ambientale e conservazione della natura; un progetto che nasce da una concezione anacronistica di sviluppo, tipica di vari decenni fa, incentrata unicamente sull’aumento del costruito, sul moltiplicarsi delle infrastrutture di ogni tipo e ampiezza e su un unico tipo di
mobilità, quella motorizzata.
Raccomandano pertanto un ripensamento radicale di questa idea di progetto che tenga conto degli impegni presi da parte della Regione con i cittadini e con le istituzioni Europee.
Il CAI Toscana ha scritto una lettera a Giani mesi fa contestando al suo governo un approccio allo sviluppo della montagna anacronistico ed insostenibile ecologicamente e paesaggisticamente.
Ecoló: Quale soluzione alternativa proporresti?
Gianluca: Usare i fondi disponibili (1,8 milioni di euro) per rimettere in sicurezza la strada bianca del crinale sarebbe il giusto segnale di una svolta nella direzione di promuovere un turismo di qualità, basato sulla mobilità lenta e la sostenibilità ambientale tutelando al contempo i valori più rari e vulnerabili del comprensorio, anche attraverso la promozione e il sostegno di quelle attività, come il
pascolo, l’agricoltura di montagna e certe forme di utilizzo del bosco (es. filiera della castagna e dell’erica) che hanno ricadute positive sia sulla biodiversità sia sulle comunità locali, offrendo modelli di sviluppo che sarebbero alla base di quel Piano di Paesaggio che la stessa Regione ha promosso e adottato.
Ecoló:Quali sono gli interlocutori chiave, con cui vi state confrontando, dai quali dipenderà la decisione finale, e come pensate sia possibile riuscire ad annullare o modificare il progetto?
Gianluca: Finora la Regione ci ha risposto solo una volta, dandoci ragione sul fatto che un progetto del genere deve essere sottoposto ad una Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA)- cosa che probabilmente non avrebbero fatto se non avessimo portato l’attenzione su questo progetto (infatti hanno asfaltato già un tratto che ricade nel comune di Loro Ciuffenna senza fare alcuna VIncA). Non hanno rispsto per ora alla nostra richiesta di incontro per dialogare. Ho incontrato una volta per caso il Presidente Giani ad un evento e lui mi ha detto che questo progetto è una vecchia idea del consigliere regionale del PD Ceccarelli che è del Casentino. Il quale per ora, anche lui, non ha
risposto alle nostre richieste di incontro.
Abbiamo incontrato i 3 sindaci dei comuni coinvolti da tale progetto (Montemignaio, Castel San Niccolò e Loro Ciuffenna). Solo il sindaco di Castel S. Niccolò è un convinto assertore del progetto di asfaltatura, gli altri 2 si sono dimostrati d’accordo con i nostri argomenti. Il problema è che Castel S. Niccolò ha la maggior parte della strada in questione sul suo territorio.
Andremo avanti con la mobilitazione finché ne avremo energie cercando di sensibilizzare la popolazione e associazioni locali. Ci stiamo mettendo in rete con due mobilitazioni analoghe che stanno avvenendo sull’Appennino Toscano: quella contro la creazione di una strada in mezzo alla riserva naturale dell’Orrido di Botri in Garfagnana e quella contro la creazione di una nuova funivia sull’Appennino Pistoiese (Doganaccia).
Vorremmo ispirarci alla campagna di tutela delle strade bianche che è avvenuta in Chianti nelle scorse decadi che ha avuto come promotore Giancarlo Brocci ideatore della corsa ciclistica nota come l’Eroica.
Ecolò: Grazie per le risposte e per la battaglia di tutela del territorio che state portando avanti!
Foto di copertina: Flickr.com autore: Naturally_exposed
Data di pubblicazione: 24 Ottobre 2023
Autore: Redazione