Le proposte per una Firenze sostenibile da paete delle associazioni: EcoLobby, Legambiente Firenze, Fridays For Future Firenze, WWF Firenze Associazione Progetto Firenze, FIAB Firenze Ciclabile, Extinction Rebellion Firenze, Cittadini PER L’Italia Rinnovabile, Associazione pro Cer (cer: comunità energetiche rinnovabili), Transistor, Rinascimento Green
Firenze città della svolta rinnovabile e del risparmio energetico
Vogliamo la liberalizzazione completa per il fotovoltaico sui tetti in ogni area della città (con eliminazione delle prescrizioni che ne aumentano i costi): i pannelli vanno considerati, anche giuridicamente, installazioni temporanee rimovibili non peggiori
paesaggisticamente di lucernari, antenne, “padelle”, unità esterne di condizionatori, camini.
Installare energie rinnovabili è un diritto soggettivo del cittadino ormai previsto anche in Costituzione, valido anche per i cittadini che abitano le zone storiche, come affermano ormai diverse sentenze.
Così come è assurdo bloccare le pompe di calore geotermiche e i cappotti per il risparmio energetico.
L’amministrazione deve farsi parte attiva nell’informare i cittadini sul reddito energetico per i cittadini più deboli e sulle comunità energetiche, con campagne capillari, a cui dedicare molto più personale ed energie di adesso.
La nostra visione di CER vede al centro gli utenti finali attivi coinvestitori di Campi Solari Comuni intesi come impianti fotovoltaici di proprietà della CER: il Comune agevoli quanto possibile lo sviluppo di tali impianti magari proprio su spazi nella sua disponibilità.
La positiva azione di facilitazione da parte del Comune dopo la nascita delle due CER sperimentali dei Q4 e Q5 deve continuare ed estendersi a tutta la città.
Riteniamo necessario un programma capillare di risparmio energetico e solarizzazione degli edifici pubblici e regolamentare in maniera più stringente le insegne luminose dei negozi e dei cartelloni pubblicitari.
Parimenti, se non ancor prima, parrebbe rilevante d’ora in poi condurre ogni ragionamento a partire dal bilancio energetico della città – su scala comunale, almeno, meglio ancora se metropolitano.
Il piano energetico comunale è stato recentemente aggiornato (si veda il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima del Comune di Firenze) ma servirebbero dati molto più dettagliati a livello territoriale per individuare quali sono le aree più
critiche dal punto di vista del consumo energetico e soprattutto una pianificazione più specifica delle azioni di mitigazione e adattamento.
È altresì necessario un monitoraggio continuo dei consumi energetici e delle emissioni per verificare in itinere se e quali azioni intraprese per rendere la città carbon neutral siano davvero efficaci.
Quello che continuiamo a chiamare turismo aggettivandolo di sostenibilità in questo o quel pezzettino, nel frattempo si è espanso a dismisura insediando quella che, piaccia o meno, è nel suo insieme una gigantesca industria, tra le più inquinanti del pianeta.
Firenze città della mobilità sostenibile e sicura
Potenziamento del TPL in termini di frequenza, affidabilità e capillarità su tutto il territorio dell’area metropolitana e anche in orario notturno.
Sì all’estensione della tramvia, sviluppando anche le direttrici tangenziali al sistema tutto radiale e Unesco-centrico. Si dia priorità alla connessione di strutture per Sanità e Istruzione Pubblica.
Aumento del parco scuolabus (necessariamente elettrici).
Ripristino delle fermate del treno eliminate negli anni scorsi e potenziamento linee ferroviarie come TPL.
Porsi l’obiettivo di rendere gratuiti i trasporti pubblici trasferendo il costo sulla collettività generale, e investendo per migliorare il servizio.
Completare la rete della Bicipolitana ed estensione della rete di piste ciclabili garantendo capillarità, con priorità agli istituti scolastici.
Puntare, oltre che sulle piste ciclabili, anche su corsie ciclabili ben evidenziate, su sensi unici eccetto bici, da realizzare in maniera sistematica nell’area Unesco e nei borghi storici, e su interventi
di moderazione del traffico (cuscini berlinesi, chicane, attraversamenti rialzati).
Aumento delle rastrelliere e realizzazione di un sistema di bike-box e velostazioni pubbliche, in particolare a supporto all’intermodalità (stazioni ferroviarie, fermate tramviarie); campagne di contrasto al mercato delle bici rubate.
I principali motivi di rinuncia all’uso della bici sono la sicurezza stradale e la frequenza dei furti: occorre quindi orientare le azioni su queste due criticità.
Campagna di promozione della mobilità ciclista tramite informazione e segnaletica della rete ciclabile; incentivazione dell’acquisto di bici e cargo-bike per il trasporto dei bambini, fino a copertura del 100% del costo per giovani e anziani.
Per il futuro dare incentivi solo a mobilità pubblica, ciclabilità, pedonalità, auto elettriche nuove ed usate: basta finanziare l’auto a combustione interna in qualsiasi forma.
Sì alla Città 30 (limite generalizzato di 30 km/h ad eccezione delle strade principali e di scorrimento, riprogettazione delle strade, introduzione delle strade scolastiche, estensione di mini-ZTL e aree pedonali anche fuori dal centro storico).
Sì alla città dei 15 minuti: garantire servizi pubblici diffusi e incentivare quelli privati garantisce equità e incentiva la riduzione degli spostamenti, con benefici per la qualità dell’aria.
Incrementare delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria.
Chiudere la pagina web sul sito “Investire a Firenze – La città delle opportunità” tramite la quale l’Amministrazione Comunale vorrebbe attirare grossi investitori per progetti edilizi (residenze di lusso, alberghi, centri commerciali, centri direzionali… ) che vanno in direzione opposta a quello di cui la città ha bisogno per diventare più vivibile e sostenibile.
Aumentare il numero delle colonnine di ricarica per auto elettriche, migliorarne la manutenzione (una buona percentuale sono spesso fuori servizio) e pianificare la progressiva sostituzione delle colonnine a ricarica lenta con colonnine a ricarica veloce.
Archiviare definitivamente il progetto di espansione aeroportuale e programmare il forte ridimensionamento, fino, in prospettiva, alla chiusura dello scalo attuale rafforzando i collegamenti con Pisa e Bologna.
Da subito divieto di scalo ai jet privati.
Logistica: organizzare il trasporto merci dentro la città secondo criteri di minimo impatto, utilizzando mezzi a zero emissioni, regolamentando gli accessi in modo più restrittivo e prevedendo l’istituzione di una tassazione dei servizi di logistica;
creare un interporto extra-urbano per l’intermodalità del trasporto merci ferro-gomma, lasciando su gomma l’ultimo miglio.
Incentivazione dell’uso di cargo-bike nella distribuzione più capillare delle merci.
Firenze città per un’alimentazione sostenibile
Assicurare il diritto alla ristorazione vegetariana e vegana nelle mense scolastiche e aziendali pubbliche (incentivando anche quelle private).
Sostenere il biologico e il km zero.
Food policy.
Firenze città che non spreca
Incrementare politiche contro l’usa e getta e la riduzione dell’utilizzo della plastica (vantaggi fiscali per esercizi commerciali che adottano pratiche sostenibili, come l’eliminazione dei contenitori usa-e-getta e del packaging di plastica, la vendita di
prodotti sfusi e a km zero, …)
Adottare politiche di riduzione dello spreco di cibo recuperando il cibo invenduto per renderlo disponibile ad associazioni di volontariato.
Rendere obbligatoria la raccolta differenziata in tutti gli uffici pubblici e nelle scuole di ogni ordine e grado.
Incrementare i fontanelli.
Contenere gli sprechi e ottimizzare l’impiego idrico.
Possiamo continuare a usare l’acqua potabile per irrigare? Per riempire piscine? Per lavare strade? Nei cantieri? Per le lavanderie?
Firenze città per la biodiversità
Conferenza nazionale di aggiornamento tecnico-scientifico sulla gestione del verde pubblico e delle alberature, coinvolgendo l’Università, gli enti di ricerca, l’associazionismo e il Consiglio comunale.
Cascine (ma anche futuro parco Florenzia e tutto il verde pubblico). Bene i parchi pedonali e pieni di bici (magari con una circolare elettrica per chi non va né a piedi né in bici), ma soprattutto gestioni che restino pubbliche, rispettandone la funzione di
verde pubblico anche nella gestione quotidiana.
Si deve iniziare a pensare al verde come sistema integrato (sviluppo di corridoi ecologici) e come bene da tutelare in sé, uscendo dalla logica dei parchi come contenitori di eventi, spesso molto impattanti, per spostarsi su una logica dello spazio verde come valore per la salute fisica e psichica dei cittadini (e anche degli abitanti non umani della nostra città)