Facendo parte di una coalizione e di una lista Ecolò non ha un suo programma elettorale ma una serie di temi e questioni sulle quali lavoreremo in modo prioritario nel caso che saremo eletti. Questi sono gli spunti con i quali abbiamo partecipato alla discussione sul programma di coalizione.
Se volete leggere i punti programmatici della lista AVS, Ecolò per le amministrative di Firenze li trovate qui mentre qui trovate il programma della coalizione di centro sinistra a sostegno della candidata Funaro.
Riguardo alla situazione dell’aeroporto di Peretola. Abbiamo una posizione di assoluta contrarietà a progetti di ampliamento, come discusso ampiamente in questo approfondimento: https://www.ecoloitalia.it/2024/04/20/non-puo-esserci-un-aeroporto-piu-grande-nel-futuro-della-piana/. Consapevoli di una sostanziale divergenza di opinioni all’interno della coalizione, la nostra proposta guarda per prima cosa al breve periodo: chiediamo che sia interdetto l’atterraggio e la partenza da Peretola in orario precedenti alle 7:30 e successivi alle 22:00. Questa proposta si pone in continuità con le innovazioni recentemente introdotte dall’amministrazione uscente (https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/voli-notturni-aeroporto-772c2712 ).
Da un punto di vista pratico questo significa rinunciare a 6-7 collegamenti, sicuramente una perdita economica per l’aeroporto e l’indotto, ma la garanzia di poter vivere senza inquinamento acustico almeno nelle ore del riposo per i residenti sorvolati. Nel lungo periodo chiediamo invece che venga riaperta una discussione ampia riguardo al futuro della Piana con tutte le amministrazioni dei comuni limitrofi. Consideriamo la Piana l’unica zona rimasta che possa ancora essere destinata ad uno sviluppo che ne protegga pienamente la biodiversità ed i servizi ecosistemici. Una risorsa condivisa da tutte le comunità che la abitano, da Prato a Bagno a Ripoli, che devono essere coinvolte in una progettazione organica del suo futuro.
Riguardo alla tassazione e ai prelievi comunali:
Per l’addizionale comunale Irpef siamo convinti che l’innalzamento delle tasse debba sempre essere associato ad una maggiore offerta di servizi pubblici essenziali e gratuiti. Per questo pensiamo che la rimodulazione dell’Irpef in direzione progressiva dovrà essere accompagnata ad una riduzione sostanziale del costo dei servizi di trasporto pubblico (fino in prospettiva alla gratuità). Abbiamo avanzato questa proposta in dettaglio qui (https://www.ecoloitalia.it/2022/12/27/trasporti-gratis-a-firenze/ ).
Per quanto riguarda altri tributi, proponiamo l’introduzione di una tassazione agevolata per gli esercizi commerciali che dimostrano un impegno ecologico, ad esempio rinunciando all’uso della plastica o offrendo prodotti sfusi, attraverso una riduzione della tariffa TARI. Inoltre, suggeriamo l’adozione di un coefficiente ambientale nel calcolo del costo per l’occupazione di suolo pubblico, favorendo gli esercizi che adottano pratiche a minore impatto ambientale.
Riguardo al TPL: chiediamo che in programma vengano inserite alcune estensioni al sistema tramviario attuale così da risolvere i problemi di congestione che riguardano soprattutto Piazza Stazione. Il sistema tramviario dovrebbe evolvere da una struttura pensata per portare dalla periferia al centro e viceversa, quale è adesso, ad un sistema utile anche allo spostamento fra punti diversi della città. Questi collegamenti dovranno includere anche il passaggio in piazza Duomo del tram (maggiori dettagli riguardo a proposte sullo sviluppo del sistema tramiviario sono disponibili qui: https://www.ecoloitalia.it/2024/02/19/domande-chiarimenti-proposte-sulla-tramvia-a-firenze/). Per favorire uno sviluppo integrato del TPL è imprescindibile riportare nel progetto della stazione Alta Velocità la fermata dei regionali Circondaria, come previsto nel progetto iniziale, capace di fare dell’ex stazione Foster non solo la stazione per raggiungere il centro di Firenze ma anche uno snodo di collegamento per tutte le persone della Toscana (motivazioni più dettagliate sono riportate qui: https://www.ecoloitalia.it/2022/03/21/quale-tav/).
Proponiamo inoltre il potenziamento del servizio ferroviario locale, operazione che sarà resa finalmente una concreta possibilità attraverso la liberazione dei binari oggi dedicati all’AV. Su questo progetto, proponiamo l’espansione e il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) a Firenze, per migliorare significativamente la mobilità urbana e ridurre l’uso dell’auto privata. Il nostro progetto include l’attivazione e il potenziamento delle stazioni esistenti e in disuso, tra cui San Salvi, Le Cure, Circondaria, Dalmazia, Perfetti-Ricasoli, Peretola, Quaracchi, Osmannoro, oltre a rafforzare le frequenze dei treni. Questi treni offriranno cadenze molto frequenti, con treni che passano ogni 5 minuti nella cintura urbana e ogni 7 minuti e 30 secondi verso la stazione Santa Maria Novella, garantendo connessioni rapide ed efficienti attraverso tutta l’area metropolitana e facilitando l’accesso alle zone produttive e residenziali chiave. Questo progetto mira a creare una rete di trasporto pubblico integrata e sostenibile, essenziale per una Firenze più verde e vivibile (il dettaglio delle proposte di Ecolò su questo tema è disponibile qui: https://www.ecoloitalia.it/2022/03/16/firenze-ha-bisogno-di-un-servizio-ferroviario-metropolitano/ ).
Per integrare ulteriormente la rete ferro-tramviaria proponiamo inoltre di valutare la realizzazione di una stazione in prossimità dell’Aeroporto di Peretola, data la presenza della linea ferroviaria attualmente transitante lungo viale Luder.
Riguardo alla promozione e diffusione della mobilità dolce, nonostante i positivi aumenti di piste ciclabili, è necessario incrementare ulteriormente le corsie dedicate alla ciclabilità, ricercare una maggiore integrazione con le altre infrastrutture e garantire la massima sicurezza per tutti coloro, ciclisti e pedoni, che si spostano in città.
Completeremo la rete della Bicipolitana, estendendo la rete di piste ciclabili al fine di garantire percorsi continui in grado di spostarsi da parte diverse della città, ma anche raggiungendo maggiore capillarità. Sarà importante poi lavorare per garantire maggiore sicurezza attraverso interventi di moderazione del traffico (riduzione dei limiti di velocità per le auto, chicane, rialzi), aumentando le rastrelliere e realizzando bike-box e velostazioni pubbliche, in particolare nelle aree di scambio intermodale (stazioni ferroviarie, fermate tramviarie).
Riguardo al progetto di Multiutility: crediamo che la gestione dei servizi pubblici di base debba essere in mano al controllo pubblico, sia nella parte di regolazione e controllo che per quella operativa e finanziaria. Negli ultimi anni la gestione operativa è già stata fortemente demandata al privato, portando fuori quindi anche competenze e capacità di sviluppo. Con l’argomento della maggiore capacità di attrarre investimenti privati, grazie alla quotazione in borsa, si procede quindi al progetto della nuova Multiutility ma, dato il contesto regionale attuale e le società facenti parte della nuova holding, non ci sembra che si vada né nella direzione di valorizzare gli asset delle aziende locali (i servizi consolidati sono solamente idrico e rifiuti), né a fare reale sinergia ed efficientamento (proprio perché si tratta di servizi con scarsa sovrapposizione, sia di mercato che di infrastrutture e competenze). Di conseguenza, oltre alla contrarietà di fondo che abbiamo nel delegare al privato e alla finanziarizzazione la guida di servizi pubblici di base, fatichiamo a vedere le condizioni di vantaggio a cui spesso si fa (generico) riferimento nel dibattito. Chiediamo quindi che si apra un tavolo istituzionale in cui si possa procedere a un confronto serio che metta al centro, prima di tutto, il coinvolgimento dei territori e delle loro esigenze con l’obiettivo di aumentare la qualità del servizio attraverso una maggiore sostenibilità ambientale, senza un aggravio dei costi per i cittadini. Vogliamo una discussione in cui il punto di partenza dovrebbe essere la situazione e le prospettive economico finanziarie degli attori oggi coinvolti della gestione dei servizi e che abbia come riferimento politico il chiaro risultato emerso dal Referendum sull’acqua pubblica del 2011.
Riguardo al fenomeno dell’overturism: Considerando il percorso del recente referendum “Salviamo Firenze” e le preoccupazioni espresse dalla comunità riguardo l’impatto dell’overtourism sull’accesso alla casa, chiediamo che la candidata sindaca si impegni a garantire maggiore trasparenza e partecipazione nei processi decisionali relativi alla trasformazione della destinazione d’uso degli immobili pubblici. In particolare, sollecitiamo il Consiglio comunale a riconsiderare la normativa vigente che consente la trasformazione della destinazione urbanistica da direzionale pubblico a privato per immobili con superficie superiore ai 2.000 mq senza una specifica deliberazione, così come la normativa che oggi prevede la possibilità che studentati privati possano svolgere attività turistico ricettiva per 60 giorni (distribuiti su tutto l’anno e non concentrati nei mesi luglio-agosto). Chiediamo inoltre alla prossima amministrazione di comportarsi in discontinuità rispetto all’atteggiamento della giunta uscente nei confronti del Comitato referendario. In particolare, chiediamo al Comune di organizzare un tavolo di confronto con il comitato responsabile del referendum ritenendo che un dialogo diretto e costruttivo sia la chiave per lo sviluppo inclusivo di Firenze.
Nonostante i proclami sui piani “a volumi zero” che ogni anno vengono enunciati, gli ultimi dati raccontano che il consumo di suolo non ha mai smesso di crescere (41 ettari dal 2006 al 2022 nel Comune di Firenze), tra l’altro in una situazione, come è quella fiorentina, in cui la superficie consumata rappresenta già oltre il 40% del totale (qui un nostro approfondimento in merito: https://www.ecoloitalia.it/argomenti/verde-pubblico/). Chiediamo quindi che con la nuova amministrazione si possa davvero dire di non aver aggiunto nessun nuovo metro quadro di superficie impermeabile e, anzi, si possa riuscire ad invertire la tendenza, attraverso un piano di rinaturalizzazione e ricomplessificazione ecologica di superfici all’interno dell’area fiorentina (non solo comunale, ma anche metropolitana) che riportino in attivo il conto del suolo riguadagnato alle sue funzioni naturali. Un obiettivo concreto potrebbe essere ri-naturalizzare tre ettari l’anno per i prossimi cinque anni, scegliendo fra le aree nelle quali il ritorno di un ecosistema complesso possa essere maggiormente di beneficio ai cittadini più colpiti da inquinamento e onde di calore, iniziando dalle aree che saranno lasciate libere dalla riorganizzazione dei servizi ferroviari contestuali all’entrata in funzione della stazione AV.
Un altro aspetto importante che riguarda il suolo e i fiumi è quello di invertire il processo storico di tombatura dei nostri corsi d’acqua. La tombatura è un rimedio estremo che andrebbe utilizzato solo in casi di assoluto rischio che non può essere minimizzato altrimenti. La copertura dei corsi d’acqua altera i microclimi locali, modificando in negativo le condizioni climatiche. Inoltre, la modifica del corso naturale dei corsi d’acqua aumenta il rischio di inondazioni. La qualità dell’acqua subisce un degrado a causa della mancanza di luce solare e della riduzione dell’interazione con elementi naturali che normalmente aiutano nella depurazione. La tombatura interrompe anche le dinamiche ecologiche, rendendo gli ecosistemi meno resilienti e più vulnerabili a disturbi esterni. Infine, la copertura o la canalizzazione rimuove o degrada gli habitat vitali per molte specie di piante e animali, riducendo significativamente la biodiversità locale.
Vogliamo che tutti i fiorentini abbiano, al massimo a 10’ a piedi da casa loro, un’isola del fresco. L’isola del fresco è una zona con superficie permeabile, ricca di vegetazione, che fornisce ombra d’estate e in cui sia disponibile acqua fresca e pulita gratuita. Le isole sono già disponibili in molte zone di Firenze, in tal caso dovranno soltanto essere valorizzate, ma andranno invece realizzate da zero in tante altre. Si tratta di posti in cui si può passare un pomeriggio d’estate socializzando, svincolando la socializzazione dall’attività di consumo, per cui devono essere previsti tavoli e panchine in abbondanza. Inoltre, costituiscono uno strumento di mitigazione del surriscaldamento indotto nelle aree urbane a intensa attività antropica, che forniscono così un servizio ecosistemico a tutto il sistema dell’area metropolitana, e non solo al rispettivo vicinato.
Le isole del fresco andranno progettate assieme ai cittadini, coinvolgendoli in un processo partecipativo.
Il servizio taxi può trasformarsi in un alleato fondamentale per la mobilità sostenibile, ma non deve più limitarsi a essere un mezzo di lusso, od a cui si ricorre per trasporti sanitari. Proponiamo di abbassare i costi del servizio incrementando progressivamente il numero di licenze per i taxi, che non saranno permanenti ma rilasciate per periodi limitati, evitando così la formazione di rendite ingiustificabili. Inoltre, sarà necessario che i nuovi taxi siano elettrici e progettati per essere accessibili a persone con mobilità ridotta, rendendo il servizio più inclusivo e rispettoso dell’ambiente.
Chiediamo un impegno della coalizione per ottenere una legge speciale per Firenze che conferisca ai sindaci di questa e altre città d’arte italiane poteri più ampi di regolazione utili a contrastare, con misure tagliate sulle esigenze specifiche della città, gli effetti nefasti del turismo di massa. Riguardo ad esempio agli affitti a breve termine, questa maggiore autonomia potrebbe permettere maggiori strumenti di regolazione e l’implementazione di una tassazione progressiva sugli affitti brevi, come quelli tramite Airbnb. Questa tassazione mira a distinguere tra i piccoli proprietari che affittano occasionalmente e quelli che gestiscono molteplici proprietà o operano tramite società, assicurando una giusta riscossione delle tasse. Con questa normativa, vogliamo fornire strumenti efficaci per gestire gli effetti del turismo di massa e garantire equità nel mercato degli affitti temporanei.
Chiediamo di rivoluzionare l’approccio del Comune verso la cultura e l’utilizzo degli spazi urbani. Intendiamo collaborare con i cittadini per identificare luoghi problematici, come immobili abbandonati o piazze sottoutilizzate, e trasformarli in centri di attività temporanee e culturali, con un focus particolare sull’imprenditoria giovanile e la produzione culturale. Questo permetterà di rivitalizzare aree inutilizzate e di rendere la cultura più accessibile.
Proponiamo anche di democratizzare l’accesso alla produzione culturale, riservando risorse a nuovi soggetti e progetti innovativi, in passato esclusi dai finanziamenti comunali. Questo include l’uso di immobili pubblici per iniziative culturali temporanee. Inoltre, desideriamo sostituire i grandi festival con una rete di eventi più piccoli e diffusi, che valorizzino la cultura su scala locale attraverso musica dal vivo, artisti di strada e festival locali. Si propone anche una nuova concezione, in cui nella “cultura” da valorizzare a cura del Comune si includano iniziative di divulgazione scientifica ed ambientale.
È necessario, inoltre, decentralizzare i servizi culturali, valorizzando o realizzando nuove biblioteche di quartiere, da integrare con spazi pubblici a disposizione della cittadinanza, della associazioni, di gruppi organizzati, per le proprie attività sociali e per la diffusione di servizi alla cittadinanza, rivolti in particolare alle fasce di età più giovani e più anziane.
Proponiamo di aumentare la fruibilità degli spazi pubblici per la cittadinanza, in particolare in aree periferiche, permettendo così di rispondere ai bisogni delle persone che abitano in aree centrali e densamente abitate e di dare nuovo valore a spazi e luoghi altrimenti spesso sotto-utilizzati
Orti sociali. Vogliamo rispondere alla crescente domanda da parte delle persone di verde e del prendersi cura aumentando la disponibilità di aree per la realizzazione di orti sociali, a partire da quelle zone che potrebbero essere recuperate e rinaturalizzate.
Villa Demidoff Bene Comune. Per quanto riguarda la Villa e il Parco di Pratolino la nostra proposta, “Villa Demidoff Bene Comune“, mira a trasformare la Villa e il Parco di Pratolino in un fulcro di inclusione sociale ed educazione ambientale ed estetica per tutta la Città Metropolitana di Firenze. Proponiamo di offrire a ogni bambino e bambina di Firenze la possibilità di trascorrere una settimana formativa al Parco di Villa Demidoff durante l’ultimo anno delle scuole elementari. Questa esperienza permetterà a bambine e bambini di apprezzare la natura, di interagire con coetanei di quartieri diversi e di godere di un ambiente più salubre rispetto alla città. Per rendere questo possibile, proponiamo di organizzare un servizio di navette e pianificare un calendario di rotazione per le attività, coinvolgendo circa 600-700 bambini a settimana nelle 12 settimane di vacanza estiva. Questa iniziativa non solo valorizza il Parco come luogo di ritrovo e apprendimento, ma promuove anche la coesione sociale offrendo a tutte e a tutti un’opportunità gratuita e condivisa di crescita culturale e personale. “Villa Demidoff Bene Comune” sarà un complemento alle altre iniziative culturali e educative, e agirà da catalizzatore per ulteriori progetti durante i fine settimana, aumentando l’attrattiva del parco e incoraggiando la partecipazione comunitaria.
Parco di San Salvi. Daremo seguito al percorso partecipativo per il recupero e la valorizzazione di alcune parti edificate e degli spazi verdi dell’area di San Salvi, preservando la storia del complesso e favorendo interventi volti alla funzione collettiva, all’housing sociale, allo studentato pubblico, a spazi e servizi di aggregazione per la fasce giovanili. Porteremo avanti l’idea che San Salvi possa rappresentare l’esempio di integrazione di diverse funzioni a forte connotazione pubblica, andando ad agire positivamente su molti dei punti riportati in questo documento, dalla promozione della cultura, alla crescita del verde e del patrimonio arboreo, al presidio della sicurezza.
L’appalto (e subappalto) dei servizi è divenuto così comune nella gestione pubblica che spesso lo consideriamo un dato di fatto. Tuttavia, per tutte quelle funzioni fondamentali per il funzionamento e la manutenzione della città, pensiamo che sia prioritario che i lavoratori coinvolti in tali servizi debbano essere impiegati direttamente dal Comune. Una valutazione attenta della sostenibilità finanziaria dovrebbe guidare la progressiva re-internalizzazione dei servizi essenziali, che la prossima Sindaca dovrebbe avere come priorità. I servizi che richiedono un impegno imprevedibile possono rimanere esternalizzati, ma quando un servizio è prevedibile e costante, un rapporto di lavoro diretto e a tempo indeterminato migliora la stabilità e l’efficacia sia per i lavoratori che per gli utenti. Esempi evidenti sono quello degli assistenti sociali e del corpo docente delle scuole dell’infanzia, per i quali una profonda conoscenza degli utenti è cruciale, ma difficile da sviluppare con un continuo cambio di ruolo.
Ogni scuola dovrebbe avere il proprio spazio dedicato. L’obiettivo è garantire che vicino ad ogni istituto di istruzione primaria e secondaria di primo grado ci sia un’area giochi progettata in collaborazione con i bambini, i residenti del quartiere e l’amministrazione comunale. Identificare le scuole sprovviste di tali spazi e progettare soluzioni appropriate deve essere una priorità per la futura amministrazione. Per quanto riguarda la sicurezza stradale nelle vicinanze delle scuole, è essenziale introdurre delle “Zone 10”, limitando la velocità a 10 km/h nelle aree intorno agli istituti scolastici del territorio comunale. Inoltre le strade scolastiche, come sta iniziando ad avvenire in molte città italiane, dovrebbero essere rese temporaneamente pedonali, negli orari di entrate e uscita dalle lezioni.
Per quanto l’amministrazione uscente abbia lavorato nella direzione di rendere possibile l’installazione di impianti per la generazione di energia solare in città, Firenze rimane ancora una città dove è molto complicato installare impianti solari sulle coperture degli edifici. Molto più facile storicamente è stato installare parabole e ripetitori per la tv satellitare e per la telefonia (con simile se non superiore impatto visivo). Condividiamo la richiesta di molte associazioni ecologiste (si veda il documento alla pagina: https://www.ecoloitalia.it/2024/04/10/idee-ecologiste-per-firenze-2024/ ) di accelerare una liberalizzazione maggiore dell’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, trattandoli come installazioni temporanee e rimovibili, non dissimili esteticamente da lucernari o antenne. In modo simile è necessario che il comune minimizzi gli ostacoli verso tecnologie come le pompe di calore geotermiche e l’isolamento energetico degli edifici, facendo tutto il possibile perché i fiorentini adottino strategie di minimizzazione dei consumi energetici e delle emissioni prodotte dalle abitazioni civili.
L’amministrazione si è messa sulla buona strada in termini di promozione delle CER, è importante prevedere per i prossimi cinque anni un’estensione del supporto comunale a tutte le aree della città che ne possono essere interessate, nonché un programma di aumento delle rinnovabili, di risparmio energetico per gli edifici pubblici e una regolamentazione più severa che limiti consumi energetici superflui delle insegne luminose commerciali.
Alcune proposte pratiche da questo punto di vista sono:
Installazione di pannelli fotovoltaici in parcheggi pubblici: Proponiamo di collocare impianti fotovoltaici su tutti i parcheggi scoperti di proprietà pubblica in cui questo sia possibile, riducendo così anche le alte temperature al suolo, grazie alla maggiore ombreggiatura, senza introdurre limitazioni di altezza dei veicoli fruitori (per esempio, camper). Il comune potrebbe usare un bando di gara per offrire il diritto di superficie di questi spazi, incentivando gli investimenti privati in questa iniziativa verde.
Obbligo e incentivazione per i parcheggi privati: Estenderemo l’obbligo di installazione di pannelli fotovoltaici anche ai parcheggi privati, come quelli di supermercati e centri commerciali, incoraggiando questa pratica attraverso incentivi specifici. Questo sforzo sarà integrato con progetti per ridurre le superfici impermeabili e per introdurre nuove aree verdi, contribuendo a mitigare gli effetti delle isole di calore urbane e altri impatti del cambiamento climatico.
Integrazione con le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): I parcheggi pubblici, inclusi quelli presso strutture come gli ospedali di Careggi e Meyer, e il parcheggio scambiatore Guidoni T2, saranno considerati per l’inclusione nelle CER esistenti, potenziando così l’infrastruttura energetica della comunità.
Collaborazione con proprietari di spazi privati: Il comune si dovrebbe impegnare a dialogare con i proprietari dei parcheggi privati per facilitare l’adozione di queste misure, specialmente nelle aree dove le CER sono già attive e il processo di integrazione può risultare più agevole.
Comunità energetiche. Oltre ai progetti attualmente in corso promossi dal Comune, relativi alle aree coperte dalle aree delle cabine primarie AC00100633 per il Q4 e AC00100654 per il Q5, proponiamo di avviare un percorso di valutazione per le altre aree. In particolare, l’area sottostante la cabina primaria AC00100653, con territorio in parte anche nel Comune di Sesto Fiorentino, nonostante la ridotta presenza di edifici pubblici su cui poter installare impianti fotovoltaici, presenta una condizione favorevole di integrazione tra impianti privati, data la presenza di tanti edifici industriali, e coinvolgimento di un’area popolare, altrimenti esclusa, che potrebbe beneficiare dei vantaggi delle CER per il consumo di energia rinnovabile. Porteremo avanti la costituzione di una Comunità Energetica anche in quest’area con una forte caratterizzazione solidale a vantaggio delle persone residenti.
Elettrificazione. Il comune ha recentemente stipulato un accordo con Be Charge (Eni) per la modernizzazione e l’espansione delle colonnine di ricarica esistenti. Tuttavia una vera innovazione sarebbe rappresentata dall’integrazione di prese di ricarica nei lampioni stradali, un approccio già adottato con successo in città come Londra. Questa soluzione offrirebbe migliaia di punti di ricarica lenta, accessibili senza necessità di parcheggi dedicati, risultando molto più funzionali rispetto alle colonnine di ricarica rapida, che sono più adatte per le arterie principali e meno per l’uso urbano quotidiano.
Negli ultimi anni si nota che è iniziato finalmente ad aumentare il patrimonio arboreo in città. Si tratta di una tendenza che va rafforzata con un grande piano di messa a dimora di piante d’alto fusto ad iniziare da tutte le zone che ne sono prive.
Le attività di impianto non devono rispondere ad una logica estetica ma a una logica di forestazione urbana tesa a ridurre il problema delle isole di calore. Per questo motivo è necessario evitare di piantare singoli alberi circondati da cemento ma inserirli in un contesto favorevole alla loro crescita e allo sviluppo di un ecosistema adatto alla vita (umana e non solo) anche in condizioni di caldo estremo.
È fondamentale evitare di piantare indiscriminatamente nuovi alberi, rischiando di sostituire esemplari più vecchi ma che sono ancora in buona salute. Il nostro approccio scientifico alla forestazione urbana inizia con un esame accurato dell’esistente patrimonio arboreo della città. Proponiamo la creazione di un database pubblico accessibile online che documenti ogni albero in termini di età, storia della manutenzione, interventi futuri e classe di rischio, anche mediante la collaborazione con Enti di Ricerca ed Università. Questo strumento permetterà ai cittadini di essere informati e coinvolti direttamente nella gestione e nel mantenimento del verde urbano.
Prima di avviare qualsiasi progetto di forestazione, è essenziale assicurarsi che il Comune disponga di personale qualificato per gestire queste iniziative. È fondamentale prevedere nuove assunzioni dirette di addetti specializzati nella cura del verde, una risorsa attualmente carente.
Per le nuove piantagioni, sebbene gli alberi quasi adulti possano offrire un impatto visivo immediato, richiedono significativamente più acqua e cure. In questo caso, è preferibile optare per la piantumazione di alberi giovani, che sono meno costosi e richiedono meno manutenzione, pur necessitando di più tempo per crescere. Questo tipo di intervento, può essere sostenibile anche economicamente per i privati con incentivi comunali.
La partecipazione dei cittadini è cruciale per la riuscita di questi tipi di progetto. Dobbiamo prendere ispirazione da iniziative come ForestaMI e Piantiamolo, rispettivamente a Milano e Calenzano, dove la collaborazione tra amministrazione e cittadini ha portato alla messa a dimora di alberi su terreni sia pubblici che privati.
Il processo di appalto per la piantagione dovrebbe valutare non solo il costo ma anche la sostenibilità del progetto, includendo la provenienza delle piante e le pratiche di smaltimento delle eventuali sostituzioni, per evitare la liberazione di nuova CO2 dovuta alla combustione del legno.
È importante poi favorire l’uso di specie autoctone, che tendono a essere più resistenti e richiedono meno cure, aumentando così le probabilità di sopravvivenza e riducendo i costi a lungo termine, oltre a ostacolare la diffusione di specie aliene di microfauna (per esempio, insetti e parassiti non autoctoni).
Proponiamo anche, come progetto educativo, un laboratorio di forestazione urbana che coinvolga le scuole e la cittadinanza, per aumentare la consapevolezza e la cura delle piante, in particolare quelle storiche e monumentali del territorio.
Infine, è necessario dare un’attuazione piena alla Legge n. 10 del 14 gennaio 2013, che obbliga i comuni sopra i 15.000 abitanti a piantare un albero per ogni nuovo nato o adottato (cioè per ogni iscrizione all’Anagrafe Comunale), assicurando che gli alberi piantati non siano semplicemente sostitutivi di quelli abbattuti, ma rappresentino un effettivo incremento del verde urbano.
Le misure presentate dall’attuale amministrazione all’interno del Piano Sicurezza sono principalmente di tipo repressivo: telecamere, pattuglie, etc.. Secondo noi, gli interventi che mirano ad affrontare il tema della sicurezza dovrebbero invece vertere su tre assi strategici: prevenzione del crimine, lavorare sulle condizioni ambientali, aumentare la coesione sociale della comunità.
Alcune delle nostre proposte in tema sono riportate in dettaglio nalla pagina web (https://www.ecoloitalia.it/2024/04/13/si-cura-mente-la-sicurezza-a-firenze-secondo-ecolo/).
Potenziare gli interventi di inclusione sociale, con interventi di protezione sociale per ridurre le condizioni di povertà, riducendo così anche la probabilità che chi si trova in tali condizioni si affidi ad atti di criminalità per sopravvivere. Tali interventi possono includere progetti di inserimento lavorativo, il supporto attivo alle organizzazione che si occupano di prevenzione e riduzione del danno, attività dirette di contrasto alla povertà, interventi volti alla prevenzione, alla cura ed alla riabilitazione delle persone che hanno dipendenze, compreso le ludopatie.
Rivoluzionare le politiche abitative, promuovendo l’equilibrio tra residente e strutture turistiche per mantenere la vitalità delle strade e dei quartieri e attraverso la gestione degli insediamenti con politiche e pianificazioni volte ad evitare la formazione di ghetti. Favorire la diversità sociale, la presenza di esercizi di prossimità, l’utilizzo dello spazio pubblico, mirando in generale ad un mix di funzioni diverse in ogni macro isolato, in linea con il paradigma urbanistico della città a 15 minuti, va proprio in questa direzione.
Rivoluzionare le politiche urbane, pianificando accuratamente tempi e modalità dei cantieri temporanei, rendendo più vivibile la città in orario notturno, promuovendo interventi e progetti artistici negli spazi urbani e potenziando le attività di quartiere.
Promuovere una mobilità sicura, a partire dall’aumento del numero di taxi, abbassando così le tariffe e la disponibilità di mezzi anche in aree periferiche, ma anche grazie al potenziamento dell’illuminazione pubblica e il coinvolgimento attivo di Gest, come soggetto gestore della tramvia che può contribuire a garantire la sicurezza al suo interno.
Aumentare la partecipazione della cittadinanza e degli esercenti, attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella progettazione urbana e tramite accordi con i gestori di locali e il monitoraggio delle attività connesse.
Rafforzare l’efficacia delle forze dell’ordine, concordando con il Ministero degli Interni un aumento delle risorse umane afferenti alle forze dell’ordine, la cui consistenza è diminuita negli ultimi anni e, in misura ancora maggiore, è calata la loro presenza in strada.
Avviare un percorso di approfondimento per capire i motivi dell’aumentato senso di insicurezza in città attraverso la raccolta continuativa di dati qualitativi e quantitativi che indaghino il vissuto delle persone, avendo attenzione a dare voce ad ogni tipologia sociale.
Proponiamo che la città di Firenze diventi promotrice di progetti internazionali di dialogo e mediazione, lanciando percorsi di “diplomazia delle città”. Si tratta di abbandonare la logica degli eventi-passerella, e rendere Firenze un centro riconosciuto a livello internazionale per la promozione di politiche di pace nell’autogoverno locale in contesti di conflitto:
promuovendo percorsi di mediazione incentrati sulla promozione della democrazia locale, ad esempio in Kosovo
sostenendo processi di ricostruzione inclusiva di città ferite, ad esempio in Ucraina, anche prima della fine del conflitto armato
sostenendo le campagne per introdurre e consolidare l’esperienza dei Corpi civili di pace
avviando percorsi di collaborazione con le istituzioni italiane, europee ed internazionali dedite alla promozione della pace: Unione europea, OSCE, Nazioni Unite, Unione Africana
lavorando di concerto con le Università presenti in città, inclusi i campus di Università internazionali, per elaborare iniziative congiunte di ricerca, formazione e intervento per la promozione della pace.
I Candidati e le Candidate
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