Nella classifica della parità di genere misurata su 158 paesi, l’Italia è al 63esimo posto. Con questi ritmi la questione di genere non sarà mai risolta: se tutto proseguirà come adesso ci vorranno più di 200 anni per far sì che nel mondo le donne possano avere le stesse opportunità degli uomini. Ma 200 anni sono decisamente troppi!
Sono tanti gli ambiti in cui le donne non hanno pari opportunità: nel mondo del lavoro, ad esempio, dove le donne sono sottorappresentate nelle posizioni apicali e a parità di posizione lavorativa hanno una retribuzione minore degli uomini. Perché questa disparità? Perché spesso sono costrette a rallentare la carriera (se non ad uscire dal mercato del lavoro) a causa di un sistema di welfare che si basa sul lavoro domestico e di cura familiare. Ma non solo, tra le cause del divario di reddito tra uomini e donne c’è il fatto che le donne si iscrivono meno alle discipline scientifiche che, tendenzialmente, sono anche più remunerative. Alla Facoltà di Ingegneria a Firenze, ad esempio, nel 2018, gli uomini rappresentavano il 77% degli iscritti.
Per questi motivi, occorre che le aziende si impegnino concretamene a garantire politiche di conciliazione ed a premiare il merito, indipendentemente dal genere. Ma occorre anche promuovere una cultura STEM (acronimo inglese di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) a partire dall’infanzia. Il Comune di Milano ad esempio, da cinque anni, dedica ogni aprile a #STEMintheCity, un’iniziativa organizzata con il supporto delle Nazioni Unite. L’obiettivo è promuovere l’accesso delle ragazze agli studi tecnico-scientifici. Lo strumento cui si fa riferimento è una piattaforma gratuita dove poter frequentare corsi di formazione in ambito STEM (come per esempio webinar di coding, il linguaggio di programmazione informatica). A Sesto Fiorentino abbiamo anche il Polo Scientifico con cui costruire una campagna ad hoc!
Il divario di genere non è limitato al mondo del lavoro: anche nel mondo della politica, purtroppo, non ci sono segnali confortanti: poco tempo fa ELLE ha lanciato una campagna dal titolo “#More Women” mostrando immagini di come sarebbe il mondo politico senza uomini, con il risultato desolante di foto ufficiali di sedie vuote per la grande maggioranza ed il conseguente impoverimento di idee, emozioni e decisioni di buon senso.
Fonte: https://www.elle.com/uk/elle-magazine-feminism-more-women/
In effetti, i dati mostrano che solo il 14% dei Comuni italiani è amministrato da una donna. Nelle scorse elezioni amministrative sono state elette 2 donne Sindache su 106 Comuni al voto. Va da sé che a pagare l’assenza di donne nei luoghi decisionali siamo tutti noi, uomini e donne.
Siamo tornate (o forse non ne siamo mai uscite) dal doversi giustificare per un vestito scollato, per una minigonna, per un comportamento ritenuto disinvolto. Mai troppo brave, mai troppo efficienti, mai troppo multitasking.
Ma come passare dalla dichiarazione di intenti ai fatti? Noi riteniamo che ognuna/o, possa fare qualcosa a partire dal proprio ambito territoriale.
Nel programma di Ecoló per Sesto Fiorentino, al quinto punto c’è scritto “Potere alle donne, donne al potere”, una forzatura necessaria. Difendere un ecosistema significa valorizzare tutte le diversità, perché le ricchezze e le risorse risiedono proprio lì.
Ecoló si impegna a fare di Sesto un territorio nel quale vengono abbattuti gli ostacoli che oggi impediscono alle donne un equo accesso alla vita economica, culturale e politica della città.
Come? Ecco le nostre 7 priorità, le altre saranno identificate insieme!
- Favorire la partecipazione delle donne in politica a partire dalla composizione della lista elettorale: la lista Ecoló è costituita da 13 donne e 11 uomini.
- Supportare i servizi territoriali di base in particolar modo per quanto riguarda il rafforzamento il sostegno alla donna durante la fase della maternità. Impegnarsi per avviare un servizio gratuito di ostetrica o altra figura professionale che visiti la mamma per i primi 3 mesi di vita del bambino.
- Aumentare la quota di risorse destinate ai Centri Antiviolenza (CAV) e per i servizi di orientamento al lavoro delle donne che escono da situazioni di violenza. A Sesto non esiste un CAV, ma esistono strutture fiore all’occhiello del territorio (come, ad esempio, l’associazione di II livello Mosaico presso il centro per le famiglie il Melograno) che, lavorando sui prossimi bandi, potrebbero essere potenziate come numero di ore e operatori per poter convogliare anche servizi destinati alle donne in difficoltà.
- Costruire canali di ascolto con le donne straniere che hanno più reticenza a rivolgersi ai servizi territoriali pur vivendo in condizioni di difficoltà e disagio. Tramite il ricco panorama di associazioni sestesi, intercettarle, fornire loro informazioni, supportarle nelle procedure amministrative, favorire la loro integrazione.
- Affidare ad un organo indipendente, come ad esempio l’Università, il bilancio di genere che è un vero e proprio strumento contabile che ha come risultato quello di certificare se un Comune adotta o meno politiche a favore delle donne.
- Facilitare un tessuto in cui l’Amministrazione privilegia quelle aziende che applicano davvero la parità di genere, proponendo, ad esempio, e coerentemente al PNRR un sistema di premialità negli appalti sulla base di una serie di criteri oggettivi come, ad esempio, la percentuale di donne negli organi direttivi.
- Promuovere una cultura STEM attraverso iniziative che coinvolgano le bambine ed i bambini valorizzando la collaborazione con il Polo Universitario di Sesto
- Garantire il diritto all’aborto, ponendosi in aperto contrasto con le narrative colpevolizzanti e rafforzando i servizi che supportano quelle donne che si trovano in difficoltà nel trovare un medico che porga loro cura e ascolto.
C’è molto da lavorare dunque ma, anche a livello locale, è possibile fare la nostra parte!